Radici è un romanzo scritto da Alex Haley, incentrato sulla storia della sua famiglia, dalla figura quasi leggendaria del nonno, Kunta Kinte, originario del Gambia e portato come schiavo in America negli anni Settanta del’700, a lui, che, agli inizi del’900, decide di scrivere in un libro le vicende dei suoi avi.
La vicenda si snoda quindi attraverso due secoli e vede protagoniste diverse generazioni della famiglia di Haley, nella quale spiccano alcune figure fondamentali, come Kunta Kinte, la figlia Kizzy e il nipote George.
Kunta Kinte è colui da cui hanno origine tutti gli eventi narrati nel romanzo: nato in un villaggio mandinka del Gambia, Juffure, intorno al 1750, viene presentato inizialmente come un giovane forte, determinato, pieno di coraggio e soprattutto di curiosità. Purtroppo è proprio la sua intraprendenza a renderlo poco avveduto, al punto che, in un momento di disattenzione, viene catturato dagli schiavisti bianchi che conducono i loro traffici lungo le coste dell’Africa occidentale e, condotto come schiavo in America, dove arriva dopo aver attraversato l’Atlantico su una nave negriera in condizioni disumane.
Giunto in Virginia per lavorare in una piantagione non si rassegna al proprio destino, tentando più volte la fuga, finchè l’amore per Bell, una cuoca del suo nuovo padrone, non riesce a dargli un po’ di serenità, senza tuttavia mai fargli dimenticare le sue origini africane, che tenta di tenere sempre vive e di trasmettere alla sua unica figlia, Kizzy.
Da lui, quindi, il focus si sposta sulla ragazza, costretta a separarsi dai genitori per una serie di vicissitudini e venduta a Massa Lea, un piccolo proprietario terriero del Nord Carolina, che abusa di lei e con il quale ha l’amato figlio George.
Kizzy è molto simile al padre Kunta, anche lei cerca di non dimenticare le sue origini africane, a cui resta tenacemente attaccata grazie al ricordo dei racconti paterni, provando ad affrontare con grande coraggio tutte le difficili prove a cui il destino la sottopone.
Suo figlio George eredita dal padre bianco la smodata passione per i combattimenti dei galli, che alleva personalmente fin dalla più tenera età, tanto da meritarsi l’appellativo di “Chicken George” e proprio quest’attività sarà per lui contemporaneamente causa di sventure e di fortune.
Sullo sfondo delle loro vicende agisce poi la Storia, in un inestricabile intreccio tra micro-storia e macro-storia, con alcuni eventi fondamentali che si susseguono: la Rivoluzione Americana, i tentativi di rivolta degli schiavi, la Guerra di Secessione tra sudisti e nordisti, con la relativa abolizione della schiavitù, evento chiave di tutto il romanzo.
Radici è un’opera di grande spessore culturale ed educativo, specie per le giovani generazioni, perché mostra in tutta la sua crudezza la piaga della tratta degli schiavi che afflisse l’Africa per secoli e dalla quale deriva la maggior parte dei suoi problemi attuali, proprio a causa della politica predatoria e di sfruttamento alla quale noi europei la sottoponemmo impunemente allo scopo di arricchirci.
A questo proposito anche il titolo, riferito sicuramente alle origini familiari di Haley, non può non farci pensare alle radici dei mali che ancora oggi affliggono l’Africa, tanto da spingere a migrare milioni di persone, che, dopo aver depredato per secoli, si vorrebbero respingere, fingendo appunto di dimenticare la storia e le cause alla base delle difficili condizioni di vita del presente.
Un romanzo da far leggere senza dubbio pure in classe per combattere quell’intolleranza e quel razzismo che purtroppo sono sempre in agguato in maniera strisciante e che noi docenti dobbiamo cercare di contrastare con durezza e con ogni mezzo a nostra disposizione.
Segnalo, infine, che dal libro è stata tratta una miniserie in 4 puntate, andata in onda recentemente e recuperabile online, molto ben fatta e abbastanza fedele all’opera di Haley.