Le donne in Italia dopo l’8 settembre 1943

 

Sulla falsariga del convegno del 20 ottobre scorso, nel quale avevamo discusso delle donne nel regime fascista, martedì 15 dicembre, alle 18, l’Associazione Donne in rete mi ha gentilmente invitata a parlare della condizione femminile dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, argomento del terzo capitolo della mia tesi triennale, Le donne nella storia d’Italia (1900-1945). Di seguito una breve anticipazione di ciò di cui parleremo martedì, per il resto, se vi interessa, dovrete esserci 🙂

 

Con l’armistizio dell’8 settembre 1943, le donne, dopo essere state a lungo spettatrici durante gli anni del regime fascista, che aveva cercato di relegarle solo al ruolo di “mogli e madri esemplari”, scelsero di diventare protagoniste attive, decidendo autonomamente della loro esistenza.
Ancora di più rispetto a quello che era accaduto durante la Grande Guerra, decisero di affrontare la difficile situazione che l’Italia, travagliata dalla guerra civile, stava attraversando, in prima persona, combattendo accanto agli uomini, rischiando e morendo come e più di loro allo scopo di aiutare il Paese ad uscire dal baratro in cui era piombato.
A questo proposito fecero scelte differenti: alcune infatti decisero di voler andare avanti, di far la finita con un regime che aveva condotto l’Italia alla guerra e allo sfascio e furono le partigiane, che scelsero di far parte delle fila della Resistenza, altre invece, in numero nettamente inferiore rispetto alle prime, restarono legate ad un’idea che ormai stava morendo, ad un regime in agonia, e furono le ausiliarie della Repubblica di Salò.

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